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L'INCORREGGIBILE
(L'INCORREGIBLE)
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  Stampa questa scheda Data della recensione: 22 gennaio 1976
 
di Philippe de Broca, con Jean-Paul Belmondo, Geneviève Bujold, Julien Guiomar, Capucine, Andréa Ferréol (Francia, 1975)
Philippe de Broca iniziava la sua carriera ai tempi dell'avvento della "nouvelle vague". Più o meno insieme a Godard, Truffaut o Chabrol sembrava apportare qualcosa di inedito al cinema francese: opere come LE FARCEUR sottolineavano una nuova vena umoristica, fondata non solo sull'effetto comico più o meno riuscito ma sul desiderio di sfociare, attraverso la comicità, nel mondo dell'assurdo, della grazia, diciamo della poesia. A diversi anni di distanza si può misurare, con questo L'INCORREGGIBILE il fallimento dell'operazione, ed al tempo stesso la mancanza di ambizioni e la crisi creativa di tutto un cinema francese. Che si voleva giovane e rivoluzionario, e che si é scoperto più vecchio e rassegnato di quei modelli che voleva evitare.

Non che il film non sia divertente. Specie nella prima parte, sorretto da un senso del montaggio rapido che conferisce allo spettacolo un ritmo aggressivo, dove le gags si succedono incalzanti, l'azione avanza con notevole effetto. Perno di tutto, evidentemente, Belmondo. Istrione all'accesso, trasformista alla Fregoli, egli compie a dismisura. Ma é una dismisura che serve il racconto, che s'inserisce nel ritmo forsennato, e si può stare al gioco. Anche il dialogo (Audiard), per una volta discretamente doppiato, é adeguatamente scattante.

Le cose si guastano quando si tratta di tirare le somme. La vicenda, da ritratto di un imbroglione mitomane, diventa resoconto assai scontato di un furto d'arte. Ma, soprattutto, fallisce l'incontro con l'assurdo, la poesia di cui dicevamo prima. Prendete due cose: l'incontro dei protagonisti coi gitani, e le sequenze al Mont Saint-Michel che si vuole salvare dalle secche. De Broca butta a mare queste occasioni con un semplicismo disarmante; sarebbe stato facile, per un regista di qualche capacità, sfruttare i gitani, il circo. Trasportando cosi Belmondo e la ragazza in un mondo magico. Trasfigurando la comicità, elevandola di un gradino, umanizzando i personaggi, esemplificando i loro rapporti. Nulla: il tutto serve soltanto da cornice. E le situazioni, le battute più o meno riuscite. Ma sempre maggiormente nel più puro stile del filmato comico televisivo.


   Il film in Internet (Google)

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